Ideogramma Shiatsu
“Pressione con le dita”
Cosa è lo Shiatsu
Lo Shiatsu non è una terapia alternativa, non è una medicina non convenzionale, non deve (o almeno non dovrebbe) essere considerato un massaggio né sportivo né estetico; poiché il massaggio, nelle sue diverse forme, può essere efficace, e fa comunque sempre bene, ma è soprattutto piacevole e rilassante, mentre lo Shiatsu è una disciplina completa, (nata decine di secoli fa) che utilizza diversi metodi, (sviluppati in migliaia di anni di studi) il che permette all’ operatore di affrontare problemi specifici usando approcci sempre diversi. Ciò significa, in pratica, che il trattamento cui si viene sottoposti può (in realtà dovrebbe) cambiare da seduta a seduta, mentre, in genere, nel massaggio si usano le stesse tecniche su tutti i riceventi.
Inoltre, trattandosi di tecnica manuale basata sulle pressioni portate con i pollici, i palmi delle mani e i gomiti, (in alcuni stili con nocche, ginocchia e persino piedi) se è vero, da un lato, che nasce dall’evoluzione di forme di manipolazione e massaggio della tradizione orientale, è anche vero, dall’altro, che si differenzia da tali forme perché si è caratterizzato alla sua nascita, per la pressione portata in modalità statica, continua e prolungata, che entra perpendicolarmente alla superficie del corpo trattata. (e questo è un altro motivo per cui non è corretto definirlo massaggio). Quella di noi operatori Shiatsu non è (perché non deve e, soprattutto, non può essere) una attività mirata alla cura delle patologie, bensì quella di promuovere un naturale processo di “auto-guarigione”, (il che significa non perdere mai di vista l’origine stessa della disciplina che stiamo praticando) andando a stimolare i processi di autoregolazione del corpo, generando, quindi, una qualità migliore di vita.
A cosa serve lo Shiatsu
A riscoprire se stessi! è la prima risposta che mi verrebbe spontaneo dare, comunque..
Molti ritengono, sbagliando, che per provare i benefici dello Shiatsu bisogna essere malati; in realtà, un trattamento Shiatsu può servire anche semplicemente a controllare lo stress, superare i momenti di affaticamento eccessivo, sciogliere le tensioni, diventare più pazienti e calmi, accrescere il vigore fisico e la capacità di concentrazione. Tuttavia, oltre a rilassare la mente e ricaricare il corpo, il trattamento Shiatsu migliora la postura fisica, è un rimedio efficace contro il mal di testa, è utile per migliorare la qualità del sonno, la circolazione sanguigna, la respirazione, rilassare e tonificare i muscoli, per alleviare dolori articolari/irrigidimenti fisici, tensioni alle cervicali, favorire l’eliminazione delle sostanze tossiche.
Come si svolge un trattamento Shiatsu
Il trattamento si svolge in un ambiente tranquillo, ci si distende su di un comodo fouton (materasso semi-rigido di cotone) poggiato a terra. Si resta vestiti, possibilmente con abiti leggeri e meglio se in materiale naturale (cotone, lana, lino).
L’Operatore tratta tutte le parti del corpo (dorso, gambe, piedi, braccia, mani, addome, collo e testa) in tre posizioni: supina, prona e laterale (su entrambi i lati); segue i decorsi dei Canali Energetici più “bisognosi”, portando delle pressioni dolci ma profonde con i palmi delle mani, i pollici, e, a volte, anche con gli avambracci/gomiti. Nel Sistema Energetico ci sono 12 Canali (Meridiani) Principali, simmetrici e doppi; ognuno di essi fornisce energia ad un Organo o Viscere specifico. Se un Canale si “blocca”, si verifica una “disarmonia” (stato di disfunzione/situazione di stress); la rimozione di tali blocchi di QI lungo i Canali (o nelle diverse zone del corpo) rappresenta il compito primo dell’Operatore, il quale _servendosi delle varie tecniche contemplate dal metodo studiato ed in cui opera_ interviene laddove percepisca un eccesso (o“pieno) oppure una carenza (o “vuoto”)di Energia, per “riportare il flusso del QI nel suo giusto equilibrio”, migliorando lo stato di salute psico-fisico del proprio Ricevente; vi sono poi moltissimi Canali di altro tipo, con decorsi più profondi e funzioni più specifiche, che vengono trattati per agire su disarmonie protrattesi nel tempo. Le pressioni, che DEVONO rispettare la condizione energetica del Ricevente, entrano in profondità, senza scivolare sulla pelle, producendo uno stimolo a cui l’organismo della persona trattata “risponde”, nella stragrande maggioranza dei casi, con un tangibile allentamento delle tensioni, una piacevole sensazione di calore e leggerezza, una maggiore lucidità di mente, miglioramento dell’umore che si traduce in una maggiore voglia di fare ed un diverso approccio nell’affrontare/risolvere i problemi del quotidiano. Un trattamento (serio e completo) dura, mediamente, 1 ora.
Chi può ricevere lo Shiatsu?
Chiunque può ricevere un trattamento Shiatsu, non vi sono limiti di età o di condizione per poter ricevere un trattamento da mani esperte. Il fatto di valorizzare le nostre stesse risorse vitali, lo rende efficace ed alla portata di tutti coloro che sono interessati a vivere meglio con l’unico obiettivo di raggiungere un miglior equilibrio psico/fisico/energetico/emozionale.
Gli Stili
Ogni Scuola (oltre 200 solo in Italia) propone metodi, stili, tecniche e forme di trattamento suoi propri.
Vi sono le tecniche caratterizzate da una forma codificata, il katà, che viene ripetuta_con poche varianti_su tutte le persone.
Non tutte le Scuole né gli stili la contemplano.
Lo stile del Maestro T. Namikoshi prevede che il trattamento pressorio avvenga sostanzialmente attraverso il contatto esercitato sul corpo con una mano sola o con entrambe le mani unite (o con i pollici sovrapposti) e l’uso, piuttosto importante, di ginocchia e gomiti; lo stile contempla un approccio basato su un modello di tipo scientifico-meccanicista, pertanto, le pressioni_ripetute più volte sullo stesso punto prima di passare ad altro punto del corpo_risultano piuttosto intense, spesso “ben oltre la soglia del dolore” nella ricerca della massima efficacia.
Lo stile del Maestro S. Masunaga, invece, oltre a prevedere anch’esso l’utilizzo di pressioni con nocche, gomiti e ginocchia, prevede anche la possibilità di avere un contatto permanente_con varie modalità_ con una mano che “tiene” (mano “madre”o fissa) in una determinata zona, una parte del corpo o dell’arto trattato mentre l’altra (detta “mano figlia” o mobile_comunque anche con l’uso del gomito o del ginocchio) stabilisce un nuovo contatto che stimola con la pressione un’altra zona o il decorso di un meridiano. In linea di massima, si adotta un modello energetico orientale con mediazioni anatomo-fisiologiche moderne.
Stile Xin
Metodo da me appreso frequentando il triennio di Formazione per Operatori Shiatsu presso la Scuola Shiatsu-Xin, che riunisce diverse scuole di Shiatsu in Lombardia e propone lo studio e l’insegnamento dello Shiatsu, secondo i principi tradizionali delle discipline energetiche dell’antica Cina e del Giappone, attraverso una metodologia sua propria.
(metodo Xin_elaborato da F. Bottalo_direttore della Scuola_) http://www.shiatsuxin.it/htm/siamo/bottalo.htm
Xin, (che può avere significati diversi in cinese) viene qui usato nella sua accezione di Cuore, inteso come sede prima dei processi di consapevolezza, resi possibili dalla capacità del Cuore di restare “vuoto”, cioè libero da schemi precostituiti, da giudizi/pregiudizi, libero di aprirsi verso l’esterno in assoluta accoglienza..il suo ideogramma, in effetti, lo rappresenta come una “ciotola vuota” pronta ad accogliere qualsiasi contenuto.. quindi, in senso universale..”l’altro” da noi)
“Ci sono tanti maestri di Shiatsu con differenti sistemi e metodi, ma la pratica dello Shiatsu deve essere l’espressione dell’Amore del Cuore.. Ripeto sempre queste cose ai miei allievi: “Ciò che conta è il Cuore”, deve essere libero di andare verso la Natura e di diventare una cosa sola con essa”…solo così le mani possono diventare “le ali del Cuore”.
Intervista di F. Bottalo al Maestro Hiroshi Nozaki_ fondatore e direttore della Scuola di Shiatsu Quo_ Tratto da “Shiatsu Xin Informa”
Gli aspetti salienti ai quali il nostro metodo rivolge particolare attenzione sono:
• Attribuire allo studio della Medicina Tradizionale Cinese (MTC), importanza primaria come base teorica da cui lo Shiatsu deriva i suoi principi essenziali, secondo i criteri e i canoni esposti e codificati nei Testi classici.
La MTC, pertanto, viene studiata e analizzata finalizzandola alle sue concrete applicazioni all’interno della pratica Shiatsu.
• Coltivare e sviluppare la propria capacità di “ascolto ed accettazione” dell’altro, attribuendo un ruolo centrale al Cuore, inteso come Centro da cui si irradia la capacità di entrare in contatto con l’altro, attraverso le mani, e si stabilisce una “comunicazione diretta” tra il proprio Cuore e quello del Ricevente”, che viene mantenuta costante, durante tutta la durata del trattamento, con il preciso intento di “porre cura estrema a non interrompere il dialogo” che tale comunicazione stabilisce.
• L’approccio del nostro stile, per quanto sopra esposto, non contempla l’uso preponderante di mobilizzazioni, fermo restandone il possibile impiego laddove necessiti; prevede, ovviamente, l’utilizzo dei pollici in primis, nonché quello dei palmi delle mani, degli avambracci e dei gomiti, ma le pressioni, pur entrando in profondità, non vengono in alcun caso portate in maniera eccessiva tale da superare la “soglia del dolore” del Ricevente, non rispettandone, così facendo,
la condizione energetica; questo perché l’impostazione del nostro trattamento pone al centro l’“ascolto profondo” delle reazioni del Ricevente, l’impiego della sensibilità dell’operatore, l’atteggiamento mentale, la sua attenzione nel modo di porsi durante l’esecuzione della pressione, frutto di una di una scrupolosa lettura che tenga conto in senso globale della persona, in grado di valutarne anche la condizione emotiva del momento, di “quel preciso momento” in cui viene trattata.
• Il trattamento a due mani, dove anche la “mano madre”, pur essendo fissa, non resta immobile ma “accompagna” attivamente la “mano figlia”_che invece opera_creando una sorta di “bilanciamento” che stabilisce un’alta qualità del contatto/relazione con il Ricevente, il quale percepisce una particolare sensazione di “unità” del suo corpo e di quest’ultimo con la Mente e con lo Spirito.
..”Nel momento stesso in cui la mano percepisce e sceglie, produce una pressione che è già trattamento, il quale prende man mano forma e si sviluppa attraverso il contatto con l’altro, finché, in preziosi momenti magici, non vi sarà più distinzione tra chi opera e chi riceve, tra chi preme e parte premuta e le nostre mani diverranno solo un tramite per un contatto
con il QI dell’Universo”.. Tratto da “Il grande Libro dello Shiatsu”_degli Insegnanti Scuola Xin_Xenia Edizioni_
“La pressione, e perfino la qualità della pressione, non è un traguardo da acquisire, una meta da raggiungere.. la pressione è un percorso, è una strada, che ci porta in contatto con l’altro; niente più e niente meno.
… “Sappiamo che uso del peso, respiro, perpendicolarità e postura sono meri “sottostrumenti” per accedere allo strumento cardine che si chiama: “Attenzione”..
Tratto da “Shiatsu Xin Informa”_di F. Bottalo
Per Informazioni e Prenotazioni per i Trattamenti Shiatsu con la Shiatsuka Dina Capuani
0693260093 – 3471702229
Impossibile parlare di Shiatsu senza partire dalla fonte nella quale la tecnica affonda le proprie radici teoriche: la Medicina Tradizionale Cinese, a sua volta legata alla matrice filosofica taoista.
Il Testo classico al quale si fa riferimento è il Dao Dé Jīng (o Tao Té Chīng)_Dào/Tào letteralmente ha il significato di “Via”_Dé/Té traducibile con “Virtù”_ Jīng/Chīng qui usato nei significati di Canone o “grande libro” o “classico”(“Libro della Via e della Virtù”, la traduzione maggiormente usata).
E’ un testo cinese di prosa talvolta rimata, la cui composizione risale a un periodo compreso tra il VI e il V secolo a.C., per secoli attribuito dagli studiosi al filosofoLao Tsé (coevo di Confucio e del Buddha) ma, in primo luogo, non vi è attestazione storica dell’esistenza dell’uomo, inoltre, il testo ha subito numerosi rimaneggiamenti sino al primo periodo Han (206 a.C.-220 d.C.) Tuttavia, l’esistenza del testo non è attestata prima del 250 a.C..a ciò, si aggiunge il sospetto che le tavolette dalle quali era composto, mal rilegate, si slegassero frequentemente, in modo tale che blocchi di caratteri si mescolassero nel tramandarlo: da qui il sorgere di numerose questioni critiche e interpretative; in effetti, il testo presenta diverse chiavi di lettura, in quanto tratta argomenti molto eterogenei nelle diverse stanze, gran parte dei quali resi attraverso aforismi, massime e precetti, proposti in un linguaggio in cui abbondano metafore e termini di significato ambiguo, spesso di difficile traduzione, il che rende possibili diverse interpretazioni degli stessi passaggi; l’eterogeneità del contenuto, inoltre, non offre coordinate spazio-temporali o riferimenti specifici, rendendone difficile persino una datazione e una collocazione geografica precise.
L’evoluzione, poi, della MTC, fu stimolata e arricchita dalle sollecitazioni culturali provenienti dall’India e dall’Iran, dall’influenza del Buddhismo, che ne divenne veicolo involontario, dal Confucianesimo, dal Brahmanesimo
e, in ogni caso, dall’incontro con tutte le diverse etnìe rappresentate in Asia.
Le più antiche radici identificabili dello Shiatsu sono quelle trovate nell’antica Medicina Cinese,
nell’arte della guarigione del Do-in-An-kyo; tali pratiche_più corretto definirle di “auto-guarigione”_sviluppavano nel praticante, flessibilità fisica, consapevolezza sensoriale e Forza Energetica: il “QI”. (o KI_giapponese) (da sottolineare che “QI” (KI) andrebbe tradotto letteralmente con “Soffio”, ma è invalsa in Occidente l’abitudine di utilizzare il termine “Energia”. “QI” è la grande Forza che sottende la Vita, è l’intero Universo nel suo manifestarsi e presuppone e trova origine nel “non-manifesto”, inteso come potenzialità non ancora espressa.. Il QI individuale è, nell’essere umano, la “vibrazione del respiro dell’Universo”, e l’analisi della condizione dei “Soffi” in un individuo, per rilevarne lo stato di salute, è ciò di cui la Medicina Cinese si occupa; pertanto “la cura”, (e noi operatori non dovremmo mai dimenticarcene) consisterà soltanto nel tentativo di riportare in equilibrio ogni condizione alterata attraverso le varie tecniche terapeutiche: trattamento, moxa, coppettazione, consigli dietetici, erbe, ecc..)
Dall’altro lato, la formazione nelle tecniche dell’An-kyo, che comprendevano massaggi, pressione su punti di terapia e manipolazione articolare, è stata utilizzata nella cura degli altri e i riceventi utilizzavano poi gli esercizi del Do-in per aiutare il loro recupero e per il mantenimento della buona salute. Anche i praticanti traevano beneficio dall’ esecuzione dell’An-kyo attraverso l’attivazione del loro corpo energetico e del potere dell’intenzione positiva…
insieme, questo rapporto armonioso e complementare costituisce la base sulla quale si è sviluppato lo Shiatsu.
A sua volta, la Medicina cinese fu elemento culturale di grande influenza unificatrice, dal Tibet alla Corea, dalla Mongolia al Vietnam. I contatti tra Cina e Giappone furono per lungo tempo, in gran parte, mediati dalla vicina Corea; da qui, tra il VII e l’VIII sec. d.C., molti bonzi, (monaci buddisti) con preparazione medica, si trasferirono in Giappone per insegnarvi il Buddhismo e la Medicina. Essi continuarono, anche giunti qui, a sviluppare i loro principi religiosi, pertanto,
la fase di sinizzazione vera e propria iniziò, probabilmente, attorno al 561 d.C., quando il medico cinese Chi Chung, si trasferisce nelle Isole con circa 160 opere di agopuntura, moxa e teoria medica generale e si inizia, progressivamente, a tradurre in giapponese i trattati medici più importanti. (Ishin-boh, Nei Chīng..)
Tra le varie scuole buddhiste che nel frattempo fiorirono in Giappone, ha particolare rilievo storico lo Zen, fondato dal monaco Eisai, (1141-1215 d.C_nel monastero di Shojokuj, ad Hakata) diretta derivazione del buddhismo di scuola cinese Chán, (in particolare la parola Chán, è la traslitterazione dal sanscrito dhyana = meditazione.
Il Chán, si costituisce come scuola verso la metà del VII secolo e rappresenta una miscela unica di idee e pratiche cinesi – in particolare taoiste) nonché altissima forma di elevazione dell’io/ego terreno all’Io/atemporale universale.
Lo Zen ebbe stretti rapporti con lo sviluppo della Medicina, della Poesia, così come delle tecniche respiratorie e delle Arti marziali, nate anch’esse in Cina e poi assimilate e rielaborate dal fagocitante sincretismo giapponese.
Ed è assai probabile che, allora come oggi, fu proprio nei monasteri zen che le tecniche di terapia manuale si affermarono, influenzando, nel tempo, anche le tecniche laiche minori. Tale Arte curativa, di matrice cinese, riscosse grandissimo interesse e fu subito tenuta in alta considerazione nel Giappone antico; ne è testimonianza il fatto che il principe Shotoku, nel 608 d.C., mandò delegazioni di studenti in Cina a specializzarsene, incrementando così ulteriormente l’attenzione verso queste tradizioni.
Pertanto, fu all’interno di questa metodologia di cura della salute, chiamata in Giappone “Kam-po”, che furono introdotte direttamente alcune delle arti di manipolazione cinesi:
il Dao-Yin, (o esercizi di lunga vita, da cui derivano il moderno Qi Chung/Gong ed il Tai Ji Quan) una pratica personale di autopressione in punti vitali, abbinata ad esercizi di riabilitazione e tecniche di respirazione;
l’An-Ma, (tui-na, nella Cina odierna) che indicava praticamente l’intero patrimonio del trattamento manuale cinese, considerata una tecnica di guarigione molto potente che rinvigorisce la costituzione, sistema gli organi interni, regola stomaco/intestini, stimola la circolazione sanguigna, migliora la flessibilità delle articolazioni, tonifica i muscoli, rende
luminosa la pelle, stimola l’appetito, facilita la eliminazione delle scorie e porta vitalità;
l’An-Kiao, che, oltre alle tecniche dell’An-Ma, interveniva sul ricevente con esercizi riabilitativi e respiratori.
Già nel 701 d.C., si parla di massaggio in una pubblicazione dell’Impero, dove compare scritto, per la prima volta in Giappone, il termine “An-ma”, quando l’autore accenna all’esercizio della professione di “esperto in An-ma”.
Tali forme di trattamento, assieme al Tea-Té, (lett. “mani sopra”) alloYu-Ki, (respiro attraverso le dita) al Sei-Tai, (“riallineamento del corpo”) ed all’Anpuku, (forma di cura manuale specifica per l’addome originaria invece proprio del Giappone, caratterizzata da pressione costante e tecnica di tonificazione_leggenda vuole che l’anpuku si facesse con una mano sola e che fu proprio la madre di Masunaga a suggerire di usarle entrambi, fondendolo quindi con il Tea-Té) costituiscono la base del trattamento manuale giapponese.
Sono, quindi, molto varie le tecniche di lavoro sul corpo ma hanno come denominatore comune il fatto che: “non è tanto importante la tecnica quanto la Virtù”; era, infatti, tradizione invocare le potenze spirituali prima dei trattamenti e delle lezioni, con litanie scintoiste, cioè l’antica religione tradizionale giapponese.
Le conoscenze del pensiero medico cinese e delle manipolazioni dell’An-ma classica vennero presto rese obbligatorie per tutti gli operatori della salute ma, nonostante ciò e soprattutto nel periodo Edo, (1603-1867) la funzione e la qualità della cura manuale di riabilitazione conobbero una graduale decadenza (almeno nella pratica più elementare), in parte perché i medici
si interessavano di più alla cura con medicinali erboristici, in parte perché il governo dell’epoca, dopo aver incrementato la diffusione di questi trattamenti, ne fece un’attività riservata soprattutto ai non vedenti per offrire loro una qualifica professionale; nobile intento che però, involontariamente, denaturò l’antica arte dell’An-ma, riducendola a puro esercizio di semplici massaggi generici, privi del precedente supporto di valutazione e ben distanti dal concetto classico di cura manipolatoria secondo i canoni della Medicina Tradizionale Cinese.
D’altro canto, coincide proprio con questo periodo la politica di chiusura delle frontiere del Giappone alle influenze straniere.
Sarà poi la successiva riapertura delle frontiere con l’estero, durante l’epoca Meiji, (1868-1912) a risvegliare l’interesse dei giapponesi per le proposte del mondo occidentale in generale e di quello europeo/nordamericano in particolare, il che, segnerà l’inizio del progressivo allontanamento di molte scuole dai metodi tradizionali di insegnamento_che avevano sempre enfatizzato gli aspetti spirituale/olistico del trattamento quale oggetto di studio_a privilegiarne altri quali Anatomia/Fisiologia/Patologia, Chiropratica ed Osteopatia oltre a pratica di Psicoterapia; studi che avranno, da un lato, un impatto significativo sui cambiamenti nella pratica delle cure mediche, e produrranno, dall’ altro, il passaggio alla scolarizzazione di massa, con il conseguente studio della conoscenza in forma scritta, memorizzazione delle mappe dei
Meridiani e tecniche basate su sequenze di punti fissi.
Fu probabilmente a partire dal 1911, che si fece strada l’idea di “isolare l’atto pressorio”, fino ad allora presente solo come componente sporadica nei trattamenti An-ma, attribuendogli una funzione curativa autonoma.
A questa forma di intervento basato sulla pressione esercitata con le mani sul corpo venne dato il nome di Shi-atsu. (che letteralmente significa, Shi = dito_atsu = pressione) Fu forse l’impiego di questo termine nuovo (che rappresentava a pieno il significato del trattamento) a far nascere negli operatori, che l’avevano così messo a punto, l’idea di creare una disciplina che si differenziasse dall’An-ma, ormai in fase decisamente involutiva. Questa possibilità veniva offerta dalla legge (dello stesso anno) che, riconosceva ufficialmente la figura professionale, regolamentandone il metodo, di chi operava utilizzando forme di cure alternative_come An-ma, agopuntura e moxa_ o comunque diverse da quelle istituzionalizzate, senza bisogno di avere una autorizzazione da parte della prefettura locale, aspetto, questo, che avrà poi una particolare rilevanza nella nascita e lo sviluppo iniziale del metodo Shiatsu.
Un altro fatto importante da considerare nella storia delle arti manipolatorie in Giappone, avviene durante il successivo periodo Taisho, (1912-1926) ovvero la scrittura del primo libro sullo Shiatsu, lo “Shiatsu Ho” (1919) (Il metodo Shiatsu_che verrà pubblicato nel 1939) ad opera di Tempaku (o Tenpeki) Tamai, “esperto di An-ma”, (nonché di Anpuku e Do-in) “padre fondatore” storico dello Shiatsu, il quale, per primo, si rese conto che alcune tecniche dell’An-ma costituivano da sole un nuovo, autonomo e raffinato metodo di cura manuale e che, sempre per primo, contribuì alla sua divulgazione sin dal 1911;
è da questo momento, appunto, che il termine Shiatsu entra in uso e si diffonde.
Nel 1964, il Ministero della Sanità giapponese ha ufficialmente riconosciuto lo Shiatsu come metodo terapeutico unico e codificato le caratteristiche definendolo: “ Una forma di manipolazione applicata attraverso i pollici, le dita e i palmi, senza
l’uso di strumento alcuno, meccanico o di altro tipo, per esercitare una pressione su determinati punti della pelle, con lo scopo di correggere irregolarità dell’organismo, di conservare e migliorare lo stato di salute e di contribuire alla cura di taluni stati morbosi”.
Negli anni ’70, lo Shiatsu si diffonde in America e in Europa, raggiungendo anche l’Italia dove trova un ambiente particolarmente favorevole alla propria diffusione e al proprio sviluppo; in un primo momento nella forma di “terapia alternativa”.
Negli anni ’90, sviluppa, in Italia, un percorso autonomo che ha prodotto forme e tecniche originali e, soprattutto, lo porta a creare e a crearsi un “nuovo spazio”, a latere ma diverso ed autonomo dall’universo sanitario poichè non direttamente legato alla cura delle malattie, bensì, più propriamente, finalizzato allo stimolo della “Forza vitale”, allo sviluppo di uno stato di benessere inteso come “miglioramento della qualità di Vita”.
Per ciò che invece riguarda testi di riferimento di natura prettamente medica, va detto che I primi “segni” di un sistema medico esistevano in Cina già nel periodo Shang (ca. 1600-1100 a.C.) Questo sistema medico aveva però poco a che fare con la MTC praticata oggi: veniva ancora praticata prevalentemente la medicina ancestrale, ovvero, le malattie erano un’espressione dei desideri di antenati irritati o insoddisfatti. La terapia consisteva quindi nell’accontentare gli antenati offrendo loro doni terreni come cibo, indumenti, tè e altri «sacrifici». Durante il successivo periodo Zhou, (1027-221 a.C.) l’influsso delle filosofie taoistiche e confuciane segnerà l’uscita da questo “periodo oscuro” e darà l’avvio ad un nuovo sistema medico: pensieri legati alla filosofia di Confucio come le “Equivalenze sistematiche” (per es.”Yin/Yang”_ e le “5 fasi di Trasformazione”) e idee taoistiche come “Macro/micro-cosmo” e “la Vita con e nel flusso della Natura”, inizieranno a permeare le nuove idee della Medicina e getteranno le basi delle prime opere fondamentali, pubblicate poco dopo, della Medicina cinese praticata ancora oggi.
Spettò all’Imperatore Shi Huang-Di, (221 a. C.) il compito di unire la Cina dopo molte centinaia di anni di guerre.
Preoccupato dal pensiero di eliminare le vecchie idee, ordinò di bruciare tutti i libri, escludendo, fortunatamente, quelli di Medicina; istituzionalizzò e standardizzò anche la Medicina praticata a quei tempi.
Il periodo successivo, cioè quello della dinastia Han, (206 a.C. – 220 d.C.) segna invece il primo periodo di fioritura e di NASCITA effettiva della Medicina cinese.
Validi fino ad oggi: i 4 classici della Medicina cinese, redatti, presumibilmente, durante questa dinastia:
1) Huang di (Imperatore giallo) Nei (dell’interno) Jīng (Libro classico)
(Classico dell’imperatore giallo_The Yellow Emperor’s Classic of Internal Medicine)
che descrive per la 1° volta i fondamenti teorici della Medicina cinese e dell’agopuntura. Il volume tratta tutti i principi fondamentali della Medicina cinese: Yin/Yang, le 5 Fasi di trasformazione, i 12 Meridiani, gli Organi ed altro.
L’opera è divisa in 2 parti: Huang di Nei Jīng _Su Wen_ (domande semplici) che illustra, attraverso il dialogo in forma diretta
tra Huang Di e Qi Bo, i fondamenti del sistema medico tradizionale cinese, utilizzando una sistematizzazione e una schematizzazione che ancora oggi si rivelano funzionali, facendo risultare persino superflua l’ideazione di nuovi stratagemmi organizzativi…e:
2) Nan Jīng_Ling Shu_ (cardine/perno spirituale_delle domande difficili) E’una spiegazione del classico Huang Di Nei Jing e, sempre mediante uno scambio di domanda/risposta tra sovrano e suo ministro si pone, invece, come commento e delucidazione delle questioni più articolate e controverse, presentando dissertazioni di carattere più specifico.
Tale elenco, basato sulle pratiche taoiste, da cui il pensiero cinese deriva, include fra l’altro: la Meditazione, il Dao-Yin, tecniche di respirazione, norme alimentari e di igiene, massaggio, uso di preparati a base di erbe, animali e minerali, infissione di aghi, moxibustione, coppettazione e perfezionamento della diagnosi della presa dei polsi.
Il Nan Jīng è la 1°opera nella quale la Medicina non è più legata a demonologia e magia.
3) Shang Han Za Bing Lun (Libro dei danni causati dal freddo e di altre malattie)
Opera standard della terapia Farmacologica cinese, redatto anch’esso presumibilmente durante la fine della dinastia Han. Molte delle vecchie ricette cinesi applicate con successo ancora oggi sono tratte da questo testo.
A quei tempi, gli venne conferita poca attenzione, solo 1000 anni dopo verrà «ri-scoperto» dai medici della dinastia Ming.
4) Shen Nong Ben Cao Jīng (Materia Medica del dio dell’agricoltura)
Classico di Farmacologia per eccellenza, scritto da autori sconosciuti, sempre verso la fine della dinastia Han, descrive ben 365 farmaci vegetali, minerali e anche animali diversi. I vari farmaci sono classificati anche in base a temperatura e gusto.
Questi 4 classici vengono considerati anche oggi i testi fondamentali, non esiste praticamente alcun libro moderno che non faccia riferimento ad almeno uno di loro. Durante le dinastie successive e fino al 1000 d.C. ca. non vennero più sviluppate nuove idee ed anche le
“nuove idee”erano quasi sempre basate su concetti che erano stati descritti nei classici summenzionati.
Fonti principali:
“Fondamenti di Medicina Tradizionale Cinese”_F. Bottalo/R. Brotzu
La diagnosi Shiatsu. L’ arte di ascoltare con le mani di F. Bottalo
Il grande libro dello Shiatsu F. Bottalo
https://www.naturalhealers.com/massage-therapy/history/
http://www.mondoshiatsu.com/
https://wshiatsu.wordpress.com
https://www.shiatsunews.com/
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https://m.facebook.com/tuinalombardia/?locale2=it_IT
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Il gesto
Il massaggio cinese ( Tuina ), tecnica terapeutica antichissima, esplicitamente citato nel Neijing, testo classico e fondamentale della medicina tradizionale cinese risalente al 400 a.C., gode attualmente di grande considerazione nel paese di origine, dove in quasi tutti gli ospedali è presente un reparto ad esso specificamente riservato.
Il termine Tuina risale alla dinastia Ming e significa letteralmente spingere ed afferrare, la massoterapia viene spesso indicata anche con il termine Anmo che significa invece premere e sfiorare, le due definizioni sono quasi equivalenti e richiamano efficacemente il tipo di manipolazioni sulle quali si basa questa terapia.
A questo proposito ricordiamo che le differenti scuole cinesipur avendo codificato una notevole quantità di tecniche di “ massaggio “ e di mobilizzazione, concordano sulle seguenti otto modalità:
- Dianfa, massaggio localizzato sui punti
- Anfa, pressione statica sui punti
- Ruofa, impastamento circolare
- Muofa, frizione
- Niefa, pizzicottamento con le dita
- Nafa, presa con tutta la mano
- Quenfa, rotolamento con il dorso della mano
- Tuifa, spinta lungo i meridiani
Queste tecniche, spesso utilizzate con olii o “vini”a base di erbe medicinali,hanno naturalmente effetti diversi e sono indicate per zone corporee specifiche.
In alcuni casi, specie in presenza di traumi e contusioni,il massaggio verrà indirizzato prevalentemente ai meridiani tendino – muscolari ( analoghi alle catene muscolari della moderna fisioterapia ), altrimenti tecniche più penetranti raggiungeranno i punti dei meridiani principali.
Non dimentichiamo comunque che l’ efficacia del trattamento è strettamente legata alla capacità dell’ esecutore di guidare la propria energia all’ interno del punto da stimolare, capacità che implica una continua pratica del qi gong.
L’ operatore di tuina segue delle regole ben precise riguardo alla propria postura e tende allo sviluppo di un adeguato atteggiamento mentale.
Per quanto riguarda il primo punto voglio ricordare l’ importanza del corretto allineamento della colonna il quale, unito ad un buon “ radicamento “ al terreno, garantisce la migliore circolazione energetica nel corpo dell’ operatore che, se in grado di operare con vigore, pur mantenendo rilassate le articolazioni, potrà trasmettere questo buon equilibrio anche alle zone da trattare.
Circa il secondo aspetto due sono gli elementi fondamentali, la capacità di ascolto e il cosiddetto Intento o Intenzione.
Ascoltare significa percepire e comprendere i segni energetici tramite il semplice contatto cutaneo, questo presuppone disponibilità, pazienza ed estrema presenza mentale.
L’ intento invece è descrivibile come la capacità di guidare l’ energia tramite la propria volontà, la mente si focalizza all’ interno del corpo del ricevente per stimolare le risposte energetiche ( tonificazione, sedazione ecc..) ritenute maggiormente indicate per il trattamento in questione.
L’ efficacia
Attualmente i cinesi attribuiscono al massaggio una serie di possibilità di azione così riassumibili:
- azione di riequilibrio psichico
- azione di regolazione del sistema yin – yang
- rinforzo dei meccanismi di difesa dell’ organismo
- azione sulla circolazione venosa e linfatica
- azione sui muscoli
- azione sulle articolazioni
Si tratta, com’è evidente, di una classificazione corretta, ma troppo “ moderna “ più o meno ufficiale, influenzata dal pragmatismo maoista che, negli ultimi decenni, ha cercato di razionalizzare la tradizione eliminandone gli elementi filosofici, simbolici e anche “ poetici “.
( A questo proposito voglio sottolineare che il maestro Wang Wei Guo ricorda spesso come i cinesi, salvo poche eccezioni, abbiano totalmente tagliato le radici della propria cultura.)
Possiamo comunque recuperare parte di quella tradizione richiamando, tanto per cominciare,uno degli aspetti maggiormente importanti del trattamento manuale.
Tramite il contatto fisico il massaggio definisce lo spazio corporeo della persona divenendo strumento di consapevolezza e via maestra per percorrere la strada che dalla periferia ci porta verso il nostro centro psichico ed energetico.
Il cliente è dunque protagonista assoluto della seduta, in quanto la cura e l’ attenzione con le quali viene trattato ( egli è al centro del nostro interesse ), agiscono necessariamente sul suo centro che in questo modo viene attivato e fortificato.
Sarà inoltre ineluttabile ( per noi anche piacevole ) studiare approfonditamente la filosofia ed i testi classici cinesi, tendendo alla consapevolezza indispensabile per ogni operatore.
di Gabriele Filippini
CENNI STORICI
L’ utilizzo degli aghi, del massaggio e della moxa, nel trattamento delle malattie ha una origine antichissima; alcuni reperti archeologici hanno evidenziato che aghi di pietra venivano probabilmente utilizzati già in epoca neolitica.
Una data certa risale al XVIII sec. a.C. A cui si attribuisce il testo sacro di tutta la MTC, il
Nei Jing ( Classico di medicina interna ), composto da due parti, il Su Wen ( Domande e Risposte sulla Materia Vivente ) e il Ling Shu ( l’ Asse Spirituale ).
In Cina l’ invenzione del massaggio viene attribuita a uno dei maestri di Qi Bo, medico dell’ Imperatore GialloHuang Ti, a sua volta autore mitico del Nei Jing.
I primi scritti pervenutici risalgono alla dinastia Shang ( circa 1520 – 1066 a.C. ), e consistono in iscrizioni fatte sui gusci di tartaruga e scapole di bovini e parlano di una forma di massaggio praticata dagli sciamani.
Il massaggio diventò una disciplina indipendente a partire dalla dinastia Sui ( 581 – 618 d.C. )- In questo periodo venne fondata una Amministrazione Imperiale della Medicina che distinse quattro specializzazioni mediche: medicina interna, agopuntura, massaggio, psicologia ( cura delle malattie tramite rituali ed esorcismi ).
Con la dinastia Song ( 960-1279 d.C. ) e il prevalere del moralismo confuciano che vietava di mostrare il corpo in pubblico, il massaggio finì per essere soppresso dall’ Accademia Imperiale di Medicina. Malgrado ciò, la figura del Maestro di massaggio continuò ad esistere nell’ organizzazione statale.
Durante la dinastia Ming ( 1368-1644 ), il tui na venne reintrodotto ufficialmente come disciplina medica sia pure spesso praticato senza più spogliare i pazienti. Durante questo periodo si sviluppò notevolmente il massaggio pediatrico, efficace e ben tollerato dai piccoli pazienti. Durante il periodo Qing ( 1644-1911 ) il massaggio venne nuovamente soppresso dall’ Accademia Imperiale.
Nel 1928, con l’ avvento della Repubblica Popolare, il governo vietò l’ insegnamento della MTC, e nel 1936, nonostante la grande protesta popolare, venne approvata un’ altra legge che arrivava a proibire completamente la pratica della MTC, bollata come attività reazionaria e filo-capitalista !
Nel 1949, all’ epoca della scissione in Cina Nazionalista ( Taiwan ) e Repubblica Popolare Cinese, la pratica medica tradizionale era quanto meno consentita.
Nel 1953 Mao Ze Dong istituì 27 facoltà di MTC, una in ognuna delle 27 province della Cina: la prima vera scuola di massaggio cinese ( tuina ) viene fondata a Shanghai.
Durante il periodo della Rivoluzione culturale l’ utilizzo del massaggio viene ufficialmente limitato alla cura di tre patologie: ernia al disco, lombalgie, distorsioni, anche se di fatto continuava ad essere applicato a una casistica molto più ampia.
Nel 1979 le facoltà di MTC hanno ripristinato completamente le sezioni di Tuina An-Mo e, infine, nel 1987 è nata la prima Associazione medica nazionale di Massaggio cinese.
di Gabriele Filippini
Per Informazioni e Prenotazioni per i Trattamenti con l’ Operatrice Tuina Dina Capuani
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